Anabolizzanti steroidei: bodybuilding ed effetti collaterali

Le stesse Reumatologie sono coinvolte in altri due studi internazionali in corso sulla terapia dell’arterite a cellule giganti con due farmaci fortemente innovativi come Upadacitinib e Mavrilimumab. Se non riconosciuta precocemente e non trattata con steroidi, l’arterite a cellule giganti può portare cecità e, nel lungo termine, aneurismi infiammatori dell’aorta ascendente o stenosi/ostruzione delle grandi arterie. I risultati di studi nell’uomo indicano chiaramente che gli steroidi androgeni anabolizzanti contribuiscono ad iniziare e a far progredire i tumori maligni e benigni in particolare nel fegato [7, 8]. La maggior parte degli studi riguarda però pazienti ricoverati per altre patologie e trattati per lunghi periodi con anabolizzanti. Gli ormoni maschili o androgeni sono responsabili dei caratteri sessuali primari e secondari durante pubertà e adolescenza. Questi ormoni hanno effetti anabolici come un’aumentata velocità di crescita di muscoli e ossa.

  • Si comportano come le endorfine (sostanze normalmente prodotte dal nostro organismo per tamponare qualsiasi evento doloroso) entrando, come chiavi, nei recettori del dolore e bloccando la trasmissione dell’impulso doloroso.
  • Gli effetti androgenici non possono essere disgiunti da quelli anabolizzanti, ma sono stati sintetizzati steroidi anabolizzanti che riducono al minimo gli effetti androgenici.
  • Stando ai dati post-marketing, il sistema di rilascio prolungato di desametasone è efficace per 3-6 mesi nella maggioranza dei pazienti.
  • Nello studio MEAD è stato confrontato l’effetto nei pazienti con EMD dell’impianto di desametasone da 0.35 mg, da 0.7 mg e di un’iniezione sham, con ritrattamento previsto non prima di 6 mesi.
  • Anch’essa si manifesta come una miopatia asintomatica ma che degenera nel corso del tempo con un’ingravescente debolezza dei muscoli prossimali di gambe e braccia.

L’incidenza di eventi avversi legati allo sviluppo o alla progressione della cataratta fu rispettivamente del 67.9% dopo il trattamento con la dose maggiore, 64.1% dopo la dose minore, rispetto al 20.4% del gruppo di controllo. Il miglioramento dell’acuità visiva venne generalmente recuperato dopo l’estrazione della cataratta (3). Un deficit persitente di vitamina D determina osteomalacia e di conseguenza fragilità ossea nell’adulto. Tale condizione può essere determinata anche da farmaci che stimolano il catabolismo della vitamina D (fenitoina, fenobarbitali, carbamazepina e antiepilettici) (58). In particolari in soggetti che fanno, da almeno 5 anni, uso di fenitoina, il rischio di sviluppare fratture (soprattutto di anca e calcagno) è aumentato del 29% pertanto in questo tipo di soggetti interventi preventivi, educativi e di monitoraggio devono essere messi in campo (59)(60). Anche la terapia a base di fluoruro è un fattore di rischio per le fratture da stress (5)(4).

Analgesici, o antidolorifici, farmaci contro il dolore

Tuttavia, gli inibitori selettivi della COX-2 possono avere effetti negativi sul sistema cardiocircolatorio, per questo il loro impiego è più limitato degli altri FANS e richiede il controllo del medico. I FANS tradizionali agiscono bloccando entrambi gli enzimi necessari per la produzione delle prostaglandine, chiamati COX-1 e COX-2. Quelli di introduzione più recente, invece, agiscono soltanto su COX-2, che è principalmente coinvolto nella risposta infiammatoria https://www.lenjeriidepatalbe.ro/azione-farmacologica-dei-steroidi-nuove-scoperte/ periferica. Esso si presenta sotto forma di unguento, ed è ben tollerato eccetto che sul volto, dove produce una moderata dermatite irritativa. Determina una riduzione della componente squamosa della placca, ma generalmente rimane l’eritema di base e alla sospensione della terapia vi è una ripresa della psoriasi. La ginecomastia solitamente recidiva dopo la sospensione della terapia, per cui, 6 pazienti sono stati indirizzati al trattamento con chirurgia plastica.

Solo in presenza di condizioni patologiche dell´atleta documentate e certificate da un medico e verificata l´assenza di pericoli per la salute, è consentito un trattamento specifico con sostanze vietate per doping e la possibilità di partecipare ugualmente alle competizione sportiva. Ma anche in questo caso il trattamento deve rispondere a specifiche esigenze terapeutiche e la documentazione deve essere conservata e tenuta sempre a disposizione dall’atleta. Il controllo anti-doping vero e proprio sulle competizioni e sulle attività sportive spetta ad alcuni laboratori accreditati dal Comitato Internazionale Olimpico (CIO). Esistono differenti tipologie di FANS, che si distinguono in base al particolare tipo di COX su cui agiscono. Esistono i FANS non selettivi, ovvero i farmaci antinfiammatori non steroidei che agiscono su entrambe le tipologie di COX-1 e 2, ed i FANS selettivi, cioè quelli che inibiscono soltanto la COX-2.

Diagnosi dell’uso di steroidi anabolizzanti

In presenza di condizioni infiammatorie generalizzate con dolore molto intenso o in caso di febbre o mal di testa si deve, invece, optare per formulazioni orali, quali compresse da masticare, da deglutire o effervescenti, capsule e bustine di granulato solubile, oppure supposte. Da questionari sottoposti a circa 4000 soggetti [6] che hanno fatto uso di AS è emerso che gli effetti indesiderati da loro più frequentemente riportati sono quelli indicati nella Tabella 2. Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere novità, offerte e informazioni sui nostri Humanitas Medical Care. Definita anche ditranolo, si tratta di un composto sintetico derivato dall’acido crisarofanico. Essa esplica la sua azione sia diminuendo il turn over cellulare che inibendo la funzione dei neutrofili, esercitando quindi un’azione antinfiammatoria. Classe di farmaci che simulano l’attività biologica degli ormoni naturali e che trovano impiego in moltissimi campi della medicina (– vedi CORTISONE, CORTISONICI, ALDOSTERONE, ANABOLIZZANTI e CONTRACCETTIVI ORMONALI).

Il cortisone, il primo steroide identificato nonché il più importante farmaco antinfiammatorio, efficace in quasi tutte le malattie autoimmuni, è stato isolato per la prima volta nel 1935 dalla corteccia surrenale alla Mayo Clinic dal chimico statunitense Edward Kendall e chiamato inizialmente “Composto E”. Nel 1948 Philip Hench, clinico e reumatologo della Mayo Clinic, trattò per la prima volta una malattia autoimmune, l’artrite reumatoide, con il cortisone, somministrandolo a 14 pazienti. In pochi giorni tutti ebbero un consistente miglioramento del dolore e della rigidità articolare. L’introduzione del cortisone nelle malattie autoimmuni-infiammatorie valse a Kendall e Hench il premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia nel 1950.

I FANS agiscono inibendo la COX bloccando l’interazione e quindi la trasformazione dell’acido arachidonico nelle prostaglandine, vengono così arrestati i processi infiammatori e così anche gli effetti che ne derivano. Contrariamente a come si potrebbe pensare, l’infiammazione non è un processo negativo dell’organismo. Tutt’altro, è un meccanismo di difesa che il nostro organismo attiva quando c’è un danno a carico di un tessuto, e l’infiammazione serve a limitare il danno e favorire la guarigione. Talvolta però il processo infiammatorio perdura a lungo, diventa cronico, e quindi patologico. Ecco allora che i farmaci diventano necessari per ridurre l’intensità del fenomeno e recuperare la funzionalità del tessuto.

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L’utilizzo di anabolizzanti a scopo di doping può comportare la comparsa di seri effetti indesiderati (effetti collaterali) e di rischi per la salute nonché indurre forme di dipendenza (leggi la Bufala). A tal proposito il nandrolone, uno steroide anabolizzante il cui uso è vietato per doping, a causa degli effetti psichici che provoca e della sua capacità di indurre dipendenza è stato inserito anche nella lista delle sostanze stupefacenti e psicotrope soggette alla vigilanza e al controllo del Ministero della Salute. Esistono formulazioni a rilascio modificato per alcuni glucocorticoidi che permettono monosomministrazioni giornaliere bypassando il problema di un’emivita troppo breve rispetto alle necessità terapeutiche. Questo è particolarmente utile per gli steroidi con media attività antinfiammatoria come il prednisone dove ad un minor rischio di effetti avversi si associerebbe una maggiore durata d’azione a picco di concentrazione plasmatica controllata. Nota negativa è che in Italia sono sovente registrati con indicazioni terapeutiche molto ristrette (es. artrite reumatoide) che rendono l’impiego di questi farmaci Off Label per qualsiasi altro utilizzo medico al di fuori di quello indicato.

Nel recente passato sono state perseguite molte ipotesi terapeutiche da utilizzarsi a domicilio, poi non suffragate dalle evidenze degli studi prospettici, quali la somministrazione di idrossi-clorochina, di antibiotici e di farmaci antiretrovirali. Per quanto riguarda gli atleti che hanno fatto uso di AS, sono stati riportati casi di tumori alla prostata, rene, testicolo, linfomi (vedi Tabella 3). Nel caso dei tumori epatici il rischio aumenta se l’uso di AS si accompagna ad abuso di alcol, dieta povera di verdure, uso di contraccettivi, fumo, stato di portatori di virus come Epstein Barr e citomegalovirus. Gli AS contenenti un gruppo alchilico come il danazolo, il metiltestosterone, nandrolone, ossimetolone and lo stanozolo sono quelli più sospettati di causare tumori. Molti dei tumori rilevati negli sportivi sono benigni, ma la diagnosi deve essere tempestiva per evitare rischi di emorragie e di degenerazione maligna.Gli ormoni androgeni hanno attività regolatoria sulla prostata, essendo implicati nella proliferazione e nella morte cellulare.

Come si assumono gli antinfiammatori?

Il tentativo di scoraggiare il ragazzo tramite informazioni inesatte che sminuiscano la reale efficacia dei farmaci riduce soltanto la credibilità di chi fornisce queste informazioni e non aiuta nella lotta al doping. Inoltre, possono consigliare un sano allenamento e un’alimentazione bilanciata come alternativa per raggiungere una performance atletica ottimale. Oggi, il doping è diventato un fenomeno sociale preoccupante, non più circoscritto alla sola cerchia degli atleti professionisti e non più limitato al giorno prima della gara, ma esteso a vasti strati della popolazione sportiva, con coinvolgimento dilagante dei più giovani e persino dei bambini. Fare uso di droghe o sostanze stupefacenti nell’attività sportiva, oggi, è un fenomeno sempre più in crescita e diffuso tra i giovanissimi. Esistono diversi schemi per la riduzione di dose delle terapie cortisoniche, in questa revisione verrà proposta quella presentata su UptoDate (Glucocorticoids Withdrawal) aggiornato al Novembre 2015.